domenica 25 maggio 2025

L’EQUILIBRIO DEGLI ERRORI romanzo rizomatico

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 SIMONETTI CASAGRANDE

RICCARDO

L’EQUILIBRIO DEGLI

ERRORI romanzo rizomatico


Manuale di dissoluzione per filosofi e idioti

(Cut-Up da Mario Mariani, a colpi di

Burroughs, Cioran e acido solforico)

3Nota biografica – Mario Mariani, 


l’eretico

senza patria


Mario Mariani nacque in una data che nessuno ricorda,

forse a Firenze, forse in un vicolo di fumo e specchi.

Scrittore, pornografo, filosofo da taverna, visse come un

virus in una civiltà che disprezzava. L‘equilibrio degli

egoismi non fu un libro, ma un ordigno: parole rubate al

caos, scritte in trance sotto lampade a gas, tra bicchieri

di assenzio e insulti ai critici borghesi. Mariani non

apparteneva a nessuna scuola. Disertò il futurismo, rise

di Marx, sputò su Hegel. Lo chiamavano ―il pornografo‖

perché i suoi romanzi squarciavano il velo della morale

con la precisione di un bisturi. Visse tra esili volontari e

caffè di terza categoria, sempre con un taccuino

macchiato di vino, annotando frammenti di un mondo

che collassava. Dicono che bruciò metà dei suoi

manoscritti in una notte di delirium tremens, ridendo tra

le fiamme. Mariani non cercava seguaci, ma complici.

Morì, forse, o forse si dissolse in un cut-up cosmico,

lasciando solo eco: ―L‘errore è l‘unica salvezza.‖ Questo

libro è il suo testamento rubato.


4Introduzione al metodo cut-up – Manifesto

del disordine pensante


Il cut-up non è un metodo, è un‘arma. Inventato da

Burroughs, rubato da Dada, perfezionato nel caos, è il

coltello che sventra la linearità del pensiero. Prendi un

testo, taglialo, spargi i pezzi, ricombinali: la verità

emerge dal disastro. Non c‘è ordine nel cut-up, perché

l‘ordine è la menzogna dei filosofi, dei preti, dei

burocrati. Le parole, liberate dalle catene della sintassi,

gridano significati che non sapevi di conoscere. Questo

libro è un cut-up: L‘equilibrio degli egoismi di Mariani è

stato smembrato, violato, ricomposto in un mosaico di

errori e visioni. Non leggi, partecipi a un sabotaggio. Il

cut-up non spiega, non consola, non salva. È

un‘esplosione controllata, un invito a pensare storto, a

distruggere il Logos con le sue stesse armi. Qui non

troverai sistemi, ma frammenti che tagliano. Se cerchi

coerenza, fuggi. Se cerchi un senso, brucialo. Il cut-up è

la filosofia del futuro: non costruire, disfare. Non capire,

ma colpire. Questo libro è il tuo complice. Armati di

forbici.


5Indice

Nota biografica – Mario Mariani, l’eretico senza

patria ……………………………………………………. 3

Introduzione al metodo cut-up – Manifesto del

disordine pensante …………………………………. 4

Prefazione Eretica – “Questo libro è contro tutto”

……………………………………………………………. 5

Capitolo I – Anatomia dell’Idea morta

…………………………………………………………………

………….. 7

Capitolo II – Socialismo senza Ragione

…………………………………………………………………

……….. 10

Capitolo III – Dialettica degli sciacalli

…………………………………………………………………

………… 13

Capitolo IV – Il fascismo è una metafora del

fallimento ………………………………………………….

16

Capitolo V – Muspilli: la fine della civiltà alfabetica

……………………………………………………… 19

Capitolo VI – Fine dell’ideologia, inizio dell’errore

………………………………………………………… 22

Appendice – Evangelio del Disordine

…………………………………………………………………

………….. 25

Unione degli Egoisti – Il popolo non esiste / Za la

Mort …………………………………………………. 29

Intro – Manifesto di disertori filosofici

…………………………………………………………………

……. 29

I. Funzionamento della farsa (editori, filosofi,

lustrascarpe) ……………………………………….. 30

II. L’ordine è il nome segreto del terrore

6…………………………………………………………………

…. 31

III. La famiglia è un altare di marciume

…………………………………………………………………

…… 32

IV. Marx, Hegel, l’intestino della storia

…………………………………………………………………

……. 33

V. Apologia dell’ignoranza – Il filosofo è un clown

……………………………………………………… 34

VI. Il borghesismo come cancro

…………………………………………………………………

……………. 35

VII. Visione futura – L’uomo post-specie

…………………………………………………………………

…. 36

VIII. Coda – Manuale cut-up per sopravvissuti

……………………………………………………………. 37

Liturgia finale per la dissoluzione dell’Io

…………………………………………………………………

…. 38

Cronologia eretica degli errori filosofici

…………………………………………………………………

….. 39

Preghiera per l’estinzione

…………………………………………………………………

………………………. 40

Catalogo degli dèi defunti

…………………………………………………………………

………………………. 41


7Prefazione Eretica – “Questo libro è contro

tutto”


Non leggete questo libro se amate la coerenza.
 Non

cercate qui la verità: troverete solo vene scoperte e

parole che non cicatrizzano.

Questo libro è stato scritto con coltelli, non con

penne.
 È un‘aggressione, non un discorso.
 È un

montaggio osceno, un collage di errori, un elogio del

pensare male.

Contro Aristotele e contro Marx.
 Contro il Logos e

contro il Capitale.
 Contro chi vuole ordinare

l‘universo.
 Contro chi vuole spiegare il male con una

formula dialettica.
 Contro i filosofi che credono nei

sistemi
 e contro i politici che rubano le parole della

filosofia per addomesticare i popoli.

Questo libro è contro tutto.
 E soprattutto contro il

tempo che lo contiene.

Nessuna ideologia si salva.
 Nessun ordine

regge.
 Tutto è sabotato.
 La morale è spezzata.
 La

forma è sputata.

Se stai leggendo,
 non sei un lettore,
 sei un complice.

Benvenuto nel fallimento.


8Capitolo I – Anatomia dell’Idea morta

«Il pensiero è ginnastica. L‘Idea, un manubrio

arrugginito nella palestra dell‘Accademia.»

Kant s‘inginocchia davanti alla geometria, ma il bambino

guarda l‘orizzonte e ride.
 Hegel danza come una

bertuccia sopra le categorie, inventa la sintesi del nulla,

beve tè col Kaiser.
 Nietzsche, il poeta, diserta. Non è

filosofo, è una febbre.
 Il pensiero è un‘eruzione, non un

sistema.

«Il diritto senza cannoni muore.»

Il Logos marcia con lo stivale prussiano.

Giorgio Hegel scopre il movimento dialettico: tesi,

antitesi, sintesi, ossessione.
 Ma il pensiero si disfa

prima del terzo passo, inciampa, si rompe il naso.
 Il

professor Gallucci lo raccoglie e lo rimanda in cattedra.

Perfettamente il contrario,‖
 sussurra il bambino tra le

colonne cadute.

Il mondo si piega in un gioco di inversioni.
 I filosofi non

creano, ma ruotano.
 Roteano sopra i cadaveri delle

idee, come avvoltoi sopra i detriti logici dell‘idealismo.

«L‘Essere e il Non Essere sono una sola bestemmia.»

Il tempo logora ogni sistema, anche quello che crede di

esser eterno.
 La logica è un giocattolo spezzato nel

cortile del pensiero.


Capitolo II – Socialismo senza Ragione


«Il socialismo non è una macchina. È il peccato di

pensare troppo.»

Il marxismo è un orologio rotto che segna sempre l‘ora

della rivoluzione fallita.
 Le classi si urtano nei vicoli

ciechi dell‘economia politica.
 La lotta è una pantomima

9tra padroni e salariati sotto un cielo di carta pesta.
 Il

socialismo è volontà — o non è.

«Diviene per la volontà dei migliori.»

Non per dialettica, ma per aristocrazia spirituale.

I sindacati russi controllano le fabbriche, i bambini

lavorano sei ore al giorno per costruire l‘utopia,
 mentre

in Italia si cantano inni davanti ai piatti vuoti.

Gallucci bacia il crocifisso e bestemmia la Nep.
 I salari

reali affondano come relitti sotto il peso delle bugie

statistiche.

Io sono socialista a modo mio.‖

Così parla colui che rifiuta Marx e accoglie Epicuro.

L‘edonismo razionale è una morale di lotta e godimento.

Non si costruisce il futuro con la penitenza.

Nel ventre del partito ci sono solo intestini

aggrovigliati:
 militanti, quadri, reduci, collettivisti,

anarchici da caffè, teorici senza fame.
 Il comunismo è

una parola svuotata,
 una lampadina accesa in una

stanza già incendiata.

L‘uguaglianza è una trappola. La libertà è un rischio.‖

Ma chi ha il coraggio di rischiare?

I capitalisti sorvegliano il lungomare:
 duecentomila

italiani mangiano ostriche col sangue degli operai.
 Chi

li mantiene?

Il socialismo è morto nella sua culla ideologica,
 e

cammina ancora come un cadavere ben vestito.

Io ho scritto romanzi. Ma erano marmi sepolti.‖

Capitelli e ossa dure.
 Teorie nascoste sotto la polvere

dei personaggi.

I giornalisti lo chiamavano pornografo.
 Non avevano

letto nulla.
 Non avevano mai letto.


Capitolo III – Dialettica degli sciacalli


«Perfettamente il contrario.»
 Così comincia ogni

filosofia.

10Ogni pensatore è un bambino che grida ―no!‖ davanti al

padre concettuale.
 Kant corregge Hume, Hegel

capovolge Kant, Marx ribalta Hegel —
 e tutto resta

nella stanza delle inversioni.

Il capovolgimento è un tic.
 Una mania da

laboratorio,
 un gioco con le marionette della ragione.

La dialettica è un circo:
 la tesi entra sul

monociclo,
 l‘antitesi la prende a frustate,
 la sintesi

mangia fuoco.

«Ogni opposizione è una penetrazione», diceva

Fichte.
 Ma a forza di penetrare, il pensiero si lacera.

Il professor Gallucci applaude Hegel, lo chiama ―vita del

concetto‖,
 ma il concetto è morto, nudo, sbranato dai

filosofi da cattedra.
 La triade non funziona.
 Cinque

dita, eppure vogliono farti credere che siano tre.

Domanda, risposta, conclusione.‖
 No: domanda, salto,

implosione.

Il dubbio di Socrate è sepolto sotto montagne di

sistemi.
 Hegel ha imbalsamato la filosofia.
 Croce

cerca di ripulire il cadavere, ma l‘odore persiste.

L‘idealismo è un bluff.
 Un affare da parrucchieri dello

spirito.

Ogni volta che nomini ―l‘essere‖, il ―non essere‖ ti ride

dietro.
 Essere = non essere?
 Allora tutto è nulla.
 E

dal nulla nasce il Partito.

Il marxismo ha preso in prestito la trappola dialettica
 e

l‘ha piantata nella testa del proletariato.

Pensare in triadi, agire in fallimenti.

Il pensiero non evolve, devia.
 Un‘idea si incaglia, un

particolare diventa totalità,
 e l‘intelligenza si perde tra

mille sfumature di impotenza.

«Il demone dell‘orgoglio canta in fondo allo stomaco del

filosofo.»

È la fame dell‘ultimo dio: l‘analogia.

Scienza e filosofia si guardano da lontano.
 Una ha i

numeri, l‘altra ha le allucinazioni.
 E il popolo ha solo

11fame.

«La filosofia non ha mai concluso nulla.»

È l‘arte di camminare sul bordo dell‘assurdo.

La dialettica non è rigore, è retorica da manicomio.

Tu batti la campagna‖, dice Gallucci.

No: la dialettica batte la testa.


Capitolo IV – Il fascismo è una metafora del

fallimento


«Il fascismo rappresenta i tamburi tettoni e il saluto

idiota.»

Ragazzi senza memoria sfilano in uniforme gridando

parole vuote.
 Mai stati in trincea, ma pronti a morire in

teatro.
 D‘Annunzio è diventato slogan,
 Farinacci un

vocabolario di minacce.
 I combattenti veri hanno

disertato le adunate.

La mia solitudine è una civetteria.‖

Mariani non si confonde con la farsa.
 Le ossa sono

dure, le parole pure.

Il pensiero non deve marciare.

Gallucci stringe la croce e bacia la camicia nera.
 Legge

i libri senza leggerli,
 critica senza capire,
 crede senza

sapere.

«Non si può essere più fascisti di così»,
 scrive

Mariani,
 e intanto smonta il meccanismo del consenso

come un orologiaio infuriato.

Fascismo:
 una coreografia per idioti,
 una tragica

operetta che puzza di carnevale e censura.

Lasciateli fare.‖

Gli antifascisti non hanno bisogno di combattere:
 i

fascisti si autodistruggono,
 sono il proprio carnefice.

La stupidità al potere è una macchina a moto perpetuo.

Si nutre d‘inconsapevolezza,
 si veste

d‘onore,
 governa con la frusta e la superstizione.

Il fascismo è un fallimento truccato da vittoria.
 Sostiene

12l‘ignoranza con l‘alfabeto ridotto a slogan.
 Ama la

scuola che non insegna e la radio che urla.
 Invoca la

―morale cattolica‖ per giustificare la rapina.
 Parla

d‘―ordine‖ e vive nel caos.

Il diritto armato è la sola giustizia‖,
 ma il fascismo ha

solo il manganello.

Parla di ―spirito italico‖ mentre svende l‘anima ai

latifondisti.

I figli rideranno:
 «Papà, quant‘eri fesso!»

E rideranno forte, davanti alle statue cadute.

Mariani li ha già visti:
 i ministri del nulla,
 gli

scribacchini da sottoscala,
 i critici venduti.

Il fallimento è dentro.
 Nella grammatica,
 nei

discorsi,
 nei saluti.

È un alfabeto marcio.

Io non sono anarchico,
 ma anche l‘anarchia è

borghese.‖

Tutto è borghese.

Anche la rivolta ….


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