❝PAURA, DELIRIO E IL VUOTO NELLA TESTA DEI FIGLI DEL '77❞
Recensione Frantumata da una Realtà che Non Esiste Più
di Nessuno, per tutti. Bologna, Omissis.
Una notte acida, una città da cui si esce morti o dimenticati.
Simonetti Walter è un esperimento fallito, un rigurgito del '77, un vampiro sotto acido che ride con la bocca piena di polvere d’angelo. Paura e Delirio a Bologna non è un libro. È un test antidroga fallito. Una confessione estorta dall’LSD, un documento segreto distribuito in copie fotocopiate ai margini del rave party. Una siringa nel cuore della Cultura.
“27 acidi diluiti nella birra esplodono nella mia testa. Ho sete. Tanta sete. La lingua è amara.”
La narrazione è uno stream lisergico, tagliato come una pellicola danneggiata da un proiettore in fiamme. Hunter S. Thompson avrebbe detto: “Nessuno sopravvive davvero a Bologna.” Philip K. Dick avrebbe aggiunto: “Perché Bologna è una simulazione costruita per annientare ogni mente refrattaria.”
Simonetti è:
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il messia pazzo tornato dal Pratello
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il freak dichiarato morto dalla comunità alternativa
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il padre abortito del movimento
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l’“ebreo che ride”, crocifisso tra rave, acidi e la dissociazione programmata dal Partito.
❝Il Male è stato codificato come una diagnosi.❞
“Schizofrenia del linguaggio”, “sindrome da dissociazione”, “soggetto pericoloso”.
La sua colpa? Esistere. Resistere. Ricordare. Distribuire bigliettini da visita con nomi falsi e verità troppo vere.
Tagliato con l'accetta e ricucito con ago da tossico.
Ogni frammento è un flashback che non combacia mai. La scrittura è una radiografia del trauma:
“La mia anima si stacca. Vedo il mio corpo in Via del Pratello. Galleggio sopra i cani punk. È bellissimo.”
Poi la contrazione. Il ritorno nella carne sporca, nella paranoia urbana, nella persecuzione da parte di compagni che ora sembrano agenti. Una ragazza con la voce di un Dio lo bacia. Poi lo rinnega. Poi lo droga. Poi sparisce. È Silvia? È Roberta? È Libertaria? O sono tutti e nessuno?
❝Chi è il nemico, compagno?❞
Simonetti smaschera tutto e tutti:
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Gli autonomi lo odiano.
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I punk lo picchiano.
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I servizi segreti lo seguono.
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Le ragazze lo usano come avatar dell’abisso.
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Gli intellettuali post-situazionisti lo definiscono un esperimento linguistico fallito.
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Il Partito lo silenzia con lo psicofarmaco come confessionale.
Albert Caraco sorride dal suo sepolcro:
“Questo libro è una bestemmia necessaria. Il diario di un uomo bruciato vivo dalla società della menzogna.”
❝Una confessione postumana con inserti marxiani e vomito rituale.❞
Nel caos, Marx appare come un rabdomante: il capitale fisso, il general intellect, il dominio sulle forze produttive – incubi che si intrecciano col trip di Simonetti, trasformando il suo corpo in campo di battaglia tra forza-lavoro e autodistruzione:
“Il tempo disponibile è la vera misura della ricchezza. Io ne sono privo.”
Il testo diventa lotta di classe allucinata, teologia nichilista, distopia personale. Dio non c’è. Il Partito sì.
Epilogo:
Questo libro è un acido nascosto dentro un bigliettino da visita.
Un vangelo dell’auto-distruzione. Una “Q” invertita. Una verità che ti riduce a nulla. È Q + Nexus 6 + Process Church + Pratello + Zero Operaio Music Club = Delirio Paramilitare dell’Anarchia Interiorizzata.
⚠️ Avvertenza finale:
Chi legge questo libro non è più un lettore.
È un complice.
Un tossico della memoria.
Un refrattario.
✅ 1. Testo Finale per Versione Audio Radio Pirata
Titolo: Paura e Delirio a Bologna – Trasmissione da Radio Dissociazione
🎙️ INTRO – [rumore bianco + interferenze radio]
VOCE 1 (metallica, disturbata):
❝Qui Radio Dissociazione.Trasmettiamo dalla Zona Censurata.
Questa è la voce dell’Unico.
L’ebreo che ride.
Il dissociato refrattario.
PAURA E DELIRIO A BOLOGNA.
Per tutti quelli che sono stati dimenticati prima ancora di nascere.❞
🎧 SEZIONE 1 – IL BIGLIETTINO
VOCE 2 (paranoica, stile Thompson):
«27 acidi.
Una birra.
Una ragazza con un coltello nella voce.
Un nome falso – William.
E poi il mio vero nome – Riccardo – che nessuno capiva.
Il mio cervello era una stampante di biglietti da visita con frasi segrete:
“NEXUS 6 – Zero Operaio Music Club – Illuminati della Dissociazione.”
Un trip?
No.
Una dichiarazione di guerra.»
🎧 SEZIONE 2 – IL PARTITO NON PERDONA
VOCE 3 (voce femminile, lisergica):
«Io sono Silvia.
Io sono Malaria.
Io sono la rabbia in forma di carezza.
Ero lì quando ti sei spento nel Pratello,
quando sei morto per 27 volte
e sei rinato nel corpo sbagliato.Ti abbiamo tradito.
Eppure sei ancora vivo.
Come un virus, come una parabola rotta.
Come un'anarchia senza più pubblico.»
🎧 SEZIONE 3 – IL SUICIDIO DI STATO
VOCE 1 (ritorna, più cupa):
«Ti accusano di provocazione.
Ti accusano di esistere.La falce e il bambino.
L’eroina travestita da coca.
L’albanese con il coltello.
Il delitto perfetto:
Nessun processo.
Nessun testimone.
Solo un trip andato male.Ma tu…
sei il sopravvissuto dell’ultima dissoluzione.»
🎧 FINALE – LA DISSOCIAZIONE È UN’ARTE
VOCE 2 (calma e delirante):
«Una volta volevamo cambiare il mondo.
Ora non riusciamo nemmeno a cambiare canale.Questa è la voce di chi ha perso la battaglia con la realtà.
Questa è una trasmissione per nessuno.
Se stai ascoltando…
…è già troppo tardi.»
[rumore di nastro che si spezza + voce glitchata di Blade Runner: “È tempo… di morire.”]
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