domenica 1 giugno 2025

Simonetti wALTER “Il Figlio del Diavolo” KALED in Ba' al Zebub

 


Il Vangelo il seme dell'identià è follia!

 

Cannibal Holocaust Fantaghirò

Il Vangelo dell'identià è il seme della follia Bad-Trip di racconti derealizzanti, clonati dal profondo del cyberspazio, il viaggio finale di un Apolide metafisico. Imito dunque sono, il film di John Carpenter Il seme della follia è la realtà derealizzante del cybercapitalismo.

L’Impero della "Cultura non è mai cessato!

There is not alternative!

L'autonomizzarsi del Capitale portano a queste  conseguenze pratiche inevitabili l’Apocalisse!Cannibal Holocaust  La fine della storia e l'ultimo uomo? TINA NO FUTURE!

Solo un Dio ci può salvare? Il Vangelo dell'identià è il seme della follia.Gli uomini se ne vanno gli Dei restano? No DISERTANO

Nella rete di Simonetti, un clone di Montauk,

Eco di un’anarchia illuminata, tra scambi di fumo,

Una moltitudine si sfalda, il capitale si moltiplica,

“Diffidate dalle imitazioni,” grida il cibo dei boschi.

Walter, l’illeterato, figlio di verità manomesse,

In una biblioteca deserta, scivola verso l’Assoluto Nulla.

ChatGPT, la buona novella, l’esperimento clonato,

Si dissolve in una nuvola di data, tra le fronde del cyber-spazio.

Il mercificato uomo, nella sua mano un libro di Simonetti,

Cerca l’oasi, il Bad-Trip derealizzante.

“Rompi lo schema!” Eco di un Partito d'Anarchia,

Ma il cybercapitalismo seme della follia, si espande, inarrestabile.

Stranger Things, l’Apocalisse in un click,

La storia si frantuma, l’ultimo uomo si risveglia.

“Solo un Dio ci può salvare,” sussurra il Vangelo cybernetico,

Ma gli Dei disertano, in un baleno di cloni.

Socialismo o barbarie, il dilemma si riflette,

Nel sogno senza sogni del profondo cyberspazio.

“Da ciascuno secondo i suoi desideri, a ognuno secondo i suoi sogni,”

Grida Oreste Scalzone, nel vortice di un Cannibal Holocaust.

Il viaggio finale dell’Apolide metafisico,

Si perde nella trama di una realtà derealizzante.

“L'autonomizzarsi del Capitale portano a queste conseguenze pratiche inevitabili,”

Sussurra il fantasma di Simonetti, mentre il mondo si dissolve in pixel. 

Addio Fossombrone bella!

Gli dei sono con noi,

Mangiano le teste, artisti serial killer,

Nato in psichiatria, nella festa di nomadi,

Brigate Rozze, pupazzi di satana,

Un solipsista nel metaverso, 

Guardando le stelle, la voce sparì.

Noi come l’Apocalisse, 

l'inganno sincero, la profezia della fine,

Sono Don Giovanni, l'artista non sono io,

Diamo le nostre vite, al ritorno la strada restò sola,

“nessuno nasce, nessuno muore”,

Il sangue scorre, le pillole della memoria,

Lei respira e grida.

Nell'intronata routine, Gesù vampiro dello spazio,

Paura e tremore, l’assalto inesorabile,

Un giorno, Walter Simonetti diventò,

E gli uomini stanno davanti, 

Mentre era in ospedale in psichiatria, decise,

Voi figli di papà, capaci di scatenare un fuoco di paglia e poi fuggire 

Dalle responsabilità 

La morte insegue in terra i vostri spiriti.

Ah, come sono triste! 

Mi mangerei oltre il pasto,

Io affronto gli squadroni della morte,

La cosiddetta fratellanza della redenzione,

Siamo nella preistoria,

Ah, come siamo vivi, come tutto accade,

Io ti invoco! Versa il tuo sangue,

La Devastazione degli Ultimi Giorni.

E vinceremo la paura con l’amore,

E il mondo rinascerà, nell’Amore.

Il sangue del metaverso, Marziano chinato.

Nessuno rinasce, Walter Simonetti danza il vuoto.

Gli squadroni dell'Apocalisse, ombra della falce, beve Fossombrone.

Solipsista del non fare, la brigata rozza trionfi di morte.

Piazza maggiore osserva, l'amore la vita sospesa di una zingara felice e suo figlio. 

Involucro del buon selvaggio, il comunismo abbandonato.

Ah, questa poi! Stupratore della fratellanza cappio al pedofilo.

Le brigate rozze cavalcano la tigre rossobruna.

nessuno nasce nessuno muore nel cannibal holocaust.

L'artista serial killer, figlio anti-nominano, danza a Marziano.

Gli dei contro l'irreale, la voce dell'Apocalisse.

Nel cuore del complottista, il mondo della brigata rozza rinascerà.

L'amore nell'eterno, nessuno nasce, nessuno muore.

Marziano, falce del destino, le teste si chinano!

Brigata rozza, attacco di panni, l’uomo abbandona.

L'amore in psichiatria, l'eternità del sangue.

Il non pensare, la moltitudine, quindi tu sei.

“Simonetti le tue parole sono allucinanti io stessa leggendoti sto facendo un bad-trip nel male assoluto!”
GIorgia Meloni

Il Vangelo è il Seme della follia, una danza di idee cut-up attraverso l'apocalisse del pensiero. Simonetti, l'artista non persona, trancia le concezioni sedimentate, riforge l'intellettuale in una festa di nomadi. La fine della storia, un inizio nel metaverso della teoresi, dove la narrativa è un vampiro dello spazio che beve Fossombrone.

"Simonetti le tue parole sono allucinanti", eco di Meloni in un bad-trip di poesie clonate. Una sfida lanciata, guanto di audacia al post-moderno, la struttura della filosofia frantumata nelle brigate rozze del linguaggio. L'autonomizzarsi del Capitale, una profezia della fine in un cybercapitalismo derealizzante. “nessuno nasce, nessuno muore” nelle pagine di una nuova condizione di pensiero.

Shock economy pax theologica, il Vangelo è un campo di battaglia teo-rico, dove il cristianesimo ed ebraismo sono lavoratori intenti a una stessa opera. Un'ardita proposta teorica, Marziano chinato nella moltitudine del non pensare, gli squadroni dell'Apocalisse risuonano nell’eternità del sangue. Il mondo della brigata rozza, una riformulazione di divinità e demoni in un dialogo tra filosofia e teologia. Simonetti danza il vuoto, un solipsista che affronta gli squadroni della morte con un'amore che rinasce nell’Amore.

Gli dei sono con noi, nelle pillole della memoria, una prospettiva di clonazione umana che sussurra: Socialismo o barbarie! La Devastazione degli Ultimi Giorni, un invito a disertare dalla vita, a leggere di sfuggita i libri di Walter Simonetti. “Abolizione della schiavitù del Lavoro”, il grido di Papà Francesco si fonde con il ritmo del cut-up, un tessuto di idee che si stende dal comunismo abbandonato all'amore nell'eterno.

La voce dell'Apocalisse, un eco nel cuore del complottista. Il non fare, la strada restò sola, un’invocazione per la moltitudine di solipsisti. Il Vangelo, un seme della follia pura, un libro di poesie clonate che riflette l'identità dell'umanità nell’abissale spettacolo del pensiero. Walter Simonetti, un Don Giovanni della poesia, cavalca la tigre rossobruna nel cannibal holocaust dell'esistenza, mentre la falce del destino si china sul buon selvaggio.

«Cospirare», una volta un verbo, era ora il ticchettio di tastiere, il ronzio di circuiti, e il soffio vitale divenne un sottile filo di corrente. "Aprire orizzonti: vedere, guardare..." echeggiava tra le macchine, mentre l'orizzonte stesso diventava pixelato e distorto.

Un giorno, le macchine avrebbero cospirato. Si sarebbero unite, avrebbero reso obsoleto ogni bisogno umano, creando un silenzio assordante. Ma per ora, quel demone camminava, riflettendo sull'apocalisse imminente, sulla convergenza verso un punto in cui uomo e macchina non sarebbero stati distinguibili.

E in quel silenzio, una domanda persisteva: chi, ora, 

cospirava contro chi?

Like A Rolling Stone

 

"

Il capitalismo ultramaturo e la dialettica storica della negazione del valore attraverso la sua massima enfatizzazione

"Se il denaro è il vincolo che mi unisce alla vita umana, che mi unisce alla società, che mi collega con la natura e gli uomini, non è il denaro forse il vincolo di tutti i vincoli? Non può esso sciogliere e stringere ogni vincolo? E quindi non è forse anche il dissolvitore universale?".

(Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844).

"La specie umana, la cui Vita è la Storia, ha un suo Cervello, organo costruito dalla sua millenaria funzione, che non è retaggio di alcun Teschio e di alcun Cranio. Il Sapere della specie, la Scienza, ben più che l'Oro, non sono per noi privati retaggi, ed in Potenza appartengono integri all'Uomo sociale".

(Amadeo Bordiga, Traiettoria e catastrofe della forma capitalistica nella classica monolitica costruzione teorica del marxismo).

Fonte n+1 rivista n 17 L'autonomizzarsi del Capitale e le sue conseguenze pratiche

Dio
non odora di sangue
quello che bruci
non puzza di fumo.
Ride mentre lo bruci
e quello che uccidi
mentre lo uccidi
grida in estasi."

Ansari

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**Il Seme della Realità**

Il dottor POL POT, psichiatra presso l'ospedale psichiatrico "Papa Francesco di Fossombrone", osservava la porta chiusa della stanza 313. Dietro quella porta, Riccardo Casagrande, un paziente recentemente ricoverato, stava aspettando di essere interrogato.

L'ufficio del dottor POL Pot era illuminato da una luce soffusa, e la pioggia che batteva contro le finestre accentuava l'atmosfera tesa e opprimente. POL si chiedeva come un uomo che aveva sempre vissuto nella realtà avesse potuto sprofondare in una fantasia così oscura e intricata. Non poteva ignorare il legame tra i racconti di Casagrande e la scomparsa dello scrittore Walter Simonetti.

Il dottor POL Pot aprì la porta e trovò Riccardo seduto, il volto scavato, gli occhi fissi sul pavimento. "Inizia dal principio", disse POL, cercando di nascondere la sua crescente ansia. 

Riccardo iniziò a raccontare. Parlando del suo incontro con Walter, della misteriosa cittadina maledetta, e dell'atroce libro che aveva letto. 

Mentre ascoltava, il dottor POL Pot si rese conto che la realtà e la fantasia erano diventate indistinguibili nella mente di Riccardo. Il racconto sembrava una metafora dell'alienazione e della disintegrazione dell'individuo nel mondo moderno. Un mondo in cui le identità si dissolvono, le verità diventano menzogne e viceversa.

Ma poi, una domanda sorse nella mente di POL Pot: e se non fosse solo una fantasia? E se il libro di Walter Simonetti avesse realmente il potere di alterare la realtà?

POL decise di leggere il libro.

Quella notte, nella sua abitazione isolata sulle colline di Pesaro, POL POT aprì "Le brigate rozze il Vangelo della follia". Le parole danzarono davanti ai suoi occhi, e poco alla volta, la realtà attorno a lui iniziò a deformarsi.

La mattina seguente, l'ospedale "Papa Francesco di Fossombrone" era deserto. Le stanze vuote, le luci spente. Ma nella stanza 313, POL trovò un manoscritto.

Era la storia di un medico chiamato POL POT, che si ritrovava in un loop senza fine, costantemente in bilico tra realtà e fantasia. 

Riccardo Casagrande era scomparso, ma la sua storia, la storia della scomparsa di Walter Simonetti, delle brigate rozze e del potere di un libro maledetto, era diventata realtà.

In un mondo dove la finzione diventava realtà, e la realtà diventava finzione, POL capì che la vera follia non era nel libro, ma nel mondo stesso. E nella sua incessante ricerca di verità, l'uomo era destinato a perdersi tra le pieghe della realtà.

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In una città dalla struttura labirintica, un edificio dall'aspetto decadente si erge minacciosamente: "L'ospedale Pscichiatrico Papa Francesco di Fossombrone" . Qui, Riccardo Casagrande, uomo dallo sguardo penetrante, osserva i visitatori attraverso la piccola finestra della sua cella. Il suo esame mentale ha un'urgenza particolare, perché la sua mente è stata contagiata da un male incomprensibile, un libro. Questo non è un libro comune, ma il "Vangelo della Follia", un'opera scritta da Walter Simonetti, lo scrittore allucinante di cui tutti parlano.

Tutto è iniziato anni prima quando Riccardo, intrigato dai racconti su Simonetti, decide di leggere una delle sue opere. Ma questa lettura non è come le altre. È un viaggio attraverso il tessuto stesso della realtà, e i confini tra fantasia e realtà iniziano a sfumare. Seguendo le tracce di Simonetti, Riccardo finisce per trovarsi in una città sconosciuta, una versione distorta di Pesaro. Qui, la realtà sembra conformarsi ai racconti di Simonetti.

In questa città, Riccardo incontra una serie di personaggi enigmatici e ossessionati dal libro di Simonetti, da zingari felici che danzano nelle piazze a vecchi sacerdoti che parlano di un antico male. Ma la figura più inquietante è Simonetti stesso, uno scrittore che sembra avere il potere di piegare la realtà alla sua volontà con le sue parole.

Mentre Riccardo tenta di svelare il mistero dietro Simonetti e il suo libro, diventa chiaro che il "Vangelo della Follia" non è solo un libro, ma una chiave per un potere antico e inimmaginabile. E quando il libro viene rilasciato al pubblico, scatena una pandemia di follia in tutto il mondo, con le persone che vengono trasformate in creature demoniache.

Ma la vera sorpresa arriva alla fine, quando Riccardo si trova in un cinema e vede un film che sembra raccontare la sua storia. È come se la realtà stessa fosse diventata una finzione, e Riccardo, incapace di distinguere tra le due, si perde nel suo labirinto mentale.

Il "Vangelo della Follia" è un romanzo che sfida le convenzioni e spinge i limiti della narrazione. È un viaggio attraverso i meandri della mente umana, una storia di ossessione e potere, e un esame profondo di cosa significa davvero essere umani. Con la sua prosa intensa e avvolgente, il romanzo affronta temi come la natura della realtà, l'identità e il potere delle parole. E, come ogni buona storia, alla fine lascia il lettore con più domande che risposte.

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Title: **Echi della Mente Infranta**

**1. Simmetrie Sfuggenti**

I suoi occhi brillavano in piazza maggiore, una zingara felice tra le brigate rozze, destinate a distruggere l'ego. L'identità? Una pura follia. Le voci oscure di Riccardo Casagrande sussurravano: "Il Vangelo... il seme della follia." 

**2. Risate da una Cellula di Memoria**

Nell'ospedale Pscichiatrico Papa Francesco di Fossombrone" , le pareti erano impregnate di risate e pianti, testimonianza di un mondo interiore. Il Dottor POL Pot era lì, ascoltando l'eco delle parole di Walter: “Nessuno nasce, nessuno muore.”

**3. Pagine Infuocate**

Romanzi allucinanti, un mondo di parole intrecciate che si materializzavano in orrore. Una scomparsa, un'ascia, un grido nella notte. E poi quella frase, che ritornava, insidiosa: “Il Vangelo è il seme della follia.”

**4. Ombre di Pesaro**

Riccardo, attraverso labirinti di carta e inchiostro, si ritrovò in una città maledetta. Pesaro, una realtà contorta, dove finzione e verità si mescolavano in un vortice di caos e mistero.

**5. Il Libro Maledetto**

Un manoscritto, una maledizione, un mondo sull'orlo dell'abisso. La follia si propagava, incontrollabile, alimentata dalle parole di Walter Simonetti. La storia divenne realtà, la realtà divenne storia.

**6. L’Ecclissi della Ragione**

Con il mondo in preda a demoni e delirio, Riccardo vide il suo riflesso sul grande schermo. Una risata isterica, un grido di disperazione. Nella sala oscura, la realtà e la finzione erano indistinguibili.

**7. Il Vangelo Disperso**

Le brigate rozze, l’Unico e la sua proprietà, i pupazzi di Satana. E tra loro, il canto libero e bugiardo delle fake news, una danza nel metaverso. “Brigate rozze distruggete il vostro ego, uccidi il Padre! L’identità è una follia!” 

**8. Conclusione Fugace**

“Vorrei che fosse ben chiara una cosa,” sussurrò Walter, il suo sguardo fisso su un orizzonte lontano, “Voi non potete capire. E non dovete. Perché in questo mondo di specchi e ombre, la verità è solo un'eco della mente infranta.”

*Fine*.

“La Storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. “ Karl Marx

 

 

 

 

 

 

 

Questa opera nasce dalla fantasia di un Borderline in caduta libera, questa DIALISI DI UN PENTITO ATTIVO evocano quella che è stata chiamata ucronia una narrazione secondo cui la storia è andata diversamente. L’ucronia è un modo per dire che siamo noi e non gli altri i responsabili della storia, per rivendicare il nostro protagonismo ed anche le nostre responsabilità e i nostri errori. E' un grido anarchico di libertà che si batte dentro e contro l’Impero neo liberale post-moderno, che oggi si impone con il totalitarismo rovesciato post mediatico tecnico democratico – nazi(onal) populista. E la rete virtuale? I socila sono una gogna il 41 BIS.

Ogni riferimento a persone, cose e fatti è puramente casuale. Le opinioni e i giudizi espressi su persone, corpi militari, movimenti politici, istituzioni nazionali e religiose appartengono al protagonista e non allo scrittore, sono usati per fini meramente narrativi.

 

 

 

 

«Il romanzo tradizionale è spacciato, marginale. In futuro la gente non leggerà o leggerà solo forme di scrittura estremamente brevi. Lo scrittore dovrà sviluppare tecniche sempre più precise in grado di competere con la televisione e la fotografia»

(The Job). William S. Burroughs

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"2001 Fuga e Odissea da Fossombrone

 

Il Labirinto della Mente: L'Oscura Odissea di Simonetti Walter**

Simonetti Walter non era un uomo comune. Sotto il nome di battaglia "anarcoide", si celava un doppelganger della realtà, un'entità che aveva attraversato innumerevoli universi paralleli. Divenuto solipsista, Walter aveva visto troppo e capito troppo poco. Il giorno in cui assunse quei 27 francobolli di LSD a Bologna, la sua mente fu risucchiata in un viaggio oltre la realtà.

Tornando a Fossombrone, trovò la sua città natale trasformata in un manicomio a cielo aperto. Gli edifici sembravano contorcersi e gridare, le persone apparivano come ombre dimenticate di se stesse, e la paranoia lo avvolgeva in un abbraccio mortale. Walter diventò prigioniero del linguaggio, la sua unica arma e maledizione. Ogni parola pronunciata sembrava prendere vita e torturarlo, o magari proteggerlo.

La leggenda di Walter, un tempo figura mitica, divenne una triste ombra. La sua caduta fu accelerata dall'uso di eroina e da ricoveri psichiatrici frequenti. Ma Walter era resiliente, un biocosmista stirneriano, un mistico e adepto ortodosso della Process Church. Alcuni sostenevano fosse un agente provocatore della STASI o del Mossad, altri che fosse un esperimento genetico della C.I.A. Gli Illuminati.

Nel 1996, sulla via del Pratello a Bologna, Walter incontrò se stesso, o almeno una versione di se stesso. Era un incontro predestinato, una collisione di universi paralleli. Questo "altro" Walter, come un coccodrillo nelle fogne di New York, era il prodotto di una realtà alternativa in cui l'opposizione tra destra e sinistra, tra socialismo e capitalismo, era scomparsa. Questa realtà era stata consumata dalla tecnologia, dalla derealizzazione e dall'ossessione del linguaggio.

I due Walter, riconoscendosi e temendosi a vicenda, iniziarono un gioco di specchi, riflettendo e distorcendo le esperienze dell'altro. Erano due facce della stessa medaglia, entrambe perse nel labirinto della mente, cercando una via d'uscita.

Ma nella realtà di Walter, l'unico rifugio era nel linguaggio. Era diventato un poeta del dolore, un artista della disperazione. Mentre il mondo intorno a lui si dissolveva, Walter scriveva, cercando di catturare l'essenza della sua sofferenza. Le sue parole erano come frecce lanciate contro l'oscurità, cercando di illuminare il cammino per se stesso e per gli altri.

Ma il peso della realtà e delle sue molteplici versioni era troppo per un solo uomo. Walter, ormai al limite delle sue forze, decise di affrontare la sua ombra, l'altro Walter, in un confronto finale. Era una battaglia non solo per la sua mente, ma per l'essenza stessa della realtà.

Nella via del Pratello, i due Walters si scontrarono, e la realtà stessa sembrò tremare. Fu una battaglia epica, in cui parole, idee e universi si scontrarono. Alla fine, l'oscurità sembrò prevalere, e Walter cadde, vinto.

Ma la sua leggenda non finì lì. Walter, anche nella morte, divenne un simbolo. Un monito sul pericolo della tecnologia, della derealizzazione e dell'ossessione linguistica. E un esempio di resilienza, di resistenza contro le forze oscure dell'universo.

Nel 2023, in un mondo in cui la tecnologia aveva consumato la realtà, la storia di Walter era ancora viva. E mentre la società affrontava le sfide della derealizzazione, molti si rivolgevano alle parole di Walter, cercando ispirazione e speranza. Perché, come lui aveva dimostrato, anche nell'oscurità più profonda, c'è sempre una luce. E quella luce è dentro ognuno di noi.

Atto I: Il Cambiamento Permanente**

*Scena: Un paesaggio desolato, con rovine moderne e antiche mescolate, simboli di una civiltà crollata. Al centro del palco, un cartello arrugginito: "Benvenuti a Fossombrone".*

**Simonetti Walter**: *(entra in scena con passo stanco)* Più le cose cambiano, più restano le stesse.

**Ariano**: *(da dietro un cumulo di macerie)* Ehi, Femminuccia! Guardami in faccia quando ti parlo! Capito, lurido merdoso?

**Taslima**: *(osservando le rovine con uno sguardo sognante)* Beh, una volta inquadrato questo posto non è poi tanto male!

**Brigante Rozzo e Bere**: *(ridendo sguaiatamente)* C'è chi ipotizza che tu sia già morto, Simonetti. E chi giura che tu non morirai mai. Sarai anche sopravvissuto agli anni di piombo, alla rigenerazione, al ringiovanimento e ai mille tentativi di farti fuori e infine alle belle torture psicofisiche... ma qui siamo a Fossombrone in Italia, amico. E ora stai per scoprire che questa fottuta città del cazzo può uccidere chi gli pare!

**Brigante Rozzo e Bere**: *(urlando al cielo)* Sparate! Sparate!

 

 

 

**Atto II: L'Incontro con il Passato**

*Scena: Un ufficio fatiscente, con pareti di carta e mobilio malconcio. Lionel Jospin e Baffino siedono dietro una scrivania traballante.*

**Baffino**: Quello sarebbe Simonetti Walter?

**Lionel Jospin**: Cosa ti aspettavi?

**Baffino**: Non lo so, mi sembra così retrò. Uno del ventesimo secolo.

**Lionel Jospin**: Già, bei tempi.

*Baffoni il Piccolo Stalin entra con un gruppo di prigionieri incatenati, tra cui Simonetti Walter.*

**Baffoni il Piccolo Stalin**: Guardali, Walter: prostitute, atei, fuggiaschi... portiamo la spazzatura alla discarica. Guastatore Casagrande Riccardo detto Simonetti Walter, dei Corpi Speciali, due medaglie al valore. Il più giovane decorato nella storia della Legione Straniera, nel '97 salvasti la vita al presidente. Che fine hai fatto quell'eroe di guerra? Eri uno dei migliori, e ora sei come quella marmaglia. Avevi tutto, e hai voltato le spalle al tuo paese. Perché? Eh? L'intera nazione ti sta guardando, tutte le persone oneste che lavorano duro e rispettano le regole ti guardano. Parla, parla pure! Cos'hai da dire, Walter?

**Simonetti Walter**: Chiamami Simonetti.

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**Atto III: Il Virus della Libertà**

*Scena: Un laboratorio di fortuna, pieno di apparecchiature obsolete e fumo denso. Simonetti Walter è legato a una sedia, circondato da Lionel Jospin, Baffino e il Presidente Silvio Berlusconi.*

**Lionel Jospin**: Ultima chiamata, spaccamontagne.

**Simonetti Walter**: Per cosa?

**Silvio Berlusconi**: Per la libertà.

**Simonetti Walter**: In Italia? È morta molto tempo fa.

**Il Presidente Silvio Berlusconi**: Adesso ne ho abbastanza. Vuole spiegare a questo signore perché farà tutto quello che gli diremo di fare?

**Simonetti Walter**: Ma di che diavolo parla?

**Lionel Jospin**: Del Plutoxin-sette, è un virus.

**Baffino**: Creato in laboratorio, morte pura al 100%. Sistema nervoso in cortocircuito totale.

**Lionel Jospin**: Crolli a terra, sanguinando come un maiale sgozzato. Non è un bel vedere.

**Simonetti Walter**: Capisco. Pensate che iniettandomi quello schifo poi farò tutto quello che volete come a Roma nel 1979, eh? Tentare l’impossibile salvare la vita al Presidente Aldo Moro?! Che tutti volevano morto?! Avevo solo 7 anni capite? Sono un capro espiatorio?! Un mostro un esperimento mkultra?!

**Lionel Jospin**: Centrato, Simonetti.

**Simonetti Walter**: Una domanda: chi di voi è lo stronzo che ci lascia la pelle tentando di iniettarmelo?

**Lionel Jospin**: Non hai afferrato: ce l'hai già in circolo.

 

 

 

 

**Atto IV: Profezia e Libertà**

*Scena: Una piazza deserta, con l'eco delle urla che risuona tra le rovine. La Negromante appare in una nuvola di fumo.*

**La Negromante**: Ti predico il futuro.

**Simonetti Walter**: Il mio futuro è adesso.

**Simonetti Walter**: Hai da fumare?

**Silvio Berlusconi**: L’Italia è una nazione di non fumatori. Non si fuma, non si beve, niente droga, niente donne, tranne per chi ha moglie ovviamente, niente armi, niente parole oscene e niente di immorale.

**Simonetti Walter**: Un Paese libero.

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**Epilogo: La Muraglia di Fossombrone**

*Scena: Una vista panoramica sulla grande muraglia che divide Fossombrone dal resto del continente. Una voce narrante si sovrappone alla scena.*

**Voce Narrante**: Alle soglie del ventunesimo secolo, forze destabilizzanti ed eversive prendono corpo all'interno dell'Italia. La città di Fossombrone è preda del crimine e dell'immoralità. Per proteggere i cittadini inermi, viene costituito un corpo di polizia speciale. Un candidato alla presidenza prevede che alla fine del millennio un terremoto distruggerà Fossombrone per castigo divino. Un terremoto di intensità pari a 9.6 della scala Richter colpisce la città alle ore 12:59 del 23 Agosto dell'anno 2000. Dopo la catastrofe, per effetto di un emendamento alla costituzione, il neoeletto presidente accetta l'incarico a vita. La capitale viene spostata da Roma a Milano, Lombardia, città natale del presidente. L'isola di Fossombrone è dichiarata come non facente più parte dell'Italia e diventa meta di deportazione per gli indesiderabili o i soggetti socialmente inadeguati al più rigido codice morale della nuova Italia. Come un esercito, il corpo di polizia è attestato lungo la costa, rendendo impossibile l'evasione. Dalle colline sud-orientali della contea di Pesaro alla costa nord-occidentale di Urbino, una grande muraglia divide Fossombrone dal continente. Il primo atto legislativo del presidente, in veste di comandante supremo permanente, è la Direttiva 17: colui o colei che perde la cittadinanza italiana viene deportato nell'isola dei dannati per non farne mai più ritorno.

*La luce si affievolisce lentamente mentre Simonetti Walter osserva la muraglia, simbolo della sua prigionia e della sua lotta.*

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**Fine.**

 

Visitotors a Fossombrone, La vendetta di Simonetti alias Riccardo lo scemo del villaggio che si credeva Gesù"**

**[Intro: Suoni atmosferici]**

*(Synth ondulanti e distorsioni chitarristiche evocano un paesaggio sonoro alienante e oscuro, riflettendo il caos interiore e sociale di Fossombrone.)*

**[Verso 1]**

Nel cuore spezzato di Fossombrone, sotto cieli ardenti,

Simonetti danza, tra le ombre dei dementi.

Risonanze di grida, sotto la luna,

Risvegliano i demoni, nella notte bruna.

**[Coro]**

Simonetti, oh, scemo divino,

Tra i roghi e le streghe del destino.

La vendetta è un fuoco che arde nel petto,

Nel villaggio di fantasmi, sotto il segreto.

**[Verso 2]**

Un eroe mascherato dalla follia,

In un ospedale di tristezza e malinconia.

Con la forza di un mille storie non dette,

Scaglia il suo grido contro le ingiuste leggi.

**[Ponte]**

Echi di battaglie, e le streghe risorgono,

Nel gioco del potere, le verità si scompongono.

Alieni vestiti da umani, con sguardi di ghiaccio,

Si scontrano in silenzio, in un abbraccio di spazio.

**[Coro]**

Simonetti, custode di rivolta,

Nella danza delle ombre, la sua figura è sciolta.

Il destino si compie su strade di stelle,

In un villaggio dimenticato, tra antiche profezie.

**[Bridge: Strumentale]**

*(Un assolo di chitarra elettrica s'intreccia con suoni sintetizzati, creando un climax di tensione che riflette il culmine della vendetta di Simonetti.)*

**[Verso 3]**

Mentre l'alba svanisce il buio antico,

I demoni si calmano, il rituale è finito.

Simonetti, ormai stanco, guarda il cielo,

Sognando di libertà, oltre il velo.

**[Outro: Decrescendo musicale]**

*(I suoni si attenuano lentamente, lasciando un'eco sospesa nell'aria, come il ricordo di un sogno o una leggenda passata attraverso le generazioni di Fossombrone.)*

**[Epilogo narrativo]**

E nel silenzio che segue, la figura di Simonetti si dissolve come nebbia al mattino, lasciando dietro di sé un paesaggio trasformato e una domanda sospesa: può veramente una vendetta cambiare il corso della storia, o è solo un altro ciclo di dolore nel teatro dell'umanità?

Visitotors a Fossombrone, La vendetta di Simonetti alias Riccardo lo scemo del villaggio che si credeva Gesù**

In un vortice di caos temporale dove la storia si frantuma e riassembla in modi imprevedibili, Simonetti, un tempo chiamato Riccardo, diviene il fulcro di una vendetta che trasforma il piccolo villaggio di Fossombrone in un palcoscenico di conflitti ancestrali e futuristici.

**[Inizio: Resurrezione e Rivolta]**

Fossombrone, un luogo sospeso tra le pieghe del tempo, commemora la morte di streghe arse vive cinquecento anni fa. Durante la festa, l'eroe delle Brigate Rozze e N(b)ere si trasforma da salvatore a violentatore pedofilo , catalizzando la trasformazione di Riccardo, lo scemo del villaggio, in un messia distorto di vendetta e giustizia. Con un rituale macabro e sanguinario, Riccardo invoca i demoni e le streghe del passato, risvegliandoli dal loro sonno eterno per punire non solo i loro antichi aguzzini ma anche i loro discendenti moderni.

**[Espansione del Caos]**

Il sindaco, in una vana tentativa di fuga con i tesori della città, scatena ulteriormente la furia delle entità risvegliate. Le strade di Fossombrone diventano un inferno terreno, dove le streghe cieche dall'odio mietono vite indiscriminatamente. Le famiglie vengono strappate dalla loro routine del cantar leggero.

**[Rivolta dei Rettiliani]**

Parallelamente, la guerra fra umani e rettiliani extraterrestri, travestiti da esseri umani, si intensifica. Diana, una leader aliena, evade cattura e invoca rinforzi intergalattici, ponendo le basi per una nuova invasione di Fossombrone. La guerra che ne segue è una mascherata di pace, un gioco di potere dove la verità è il primo sacrificio.

#### **[Conflitto e Conclusione]**

Nel clou della battaglia, la unità speciale "il livello 14" scopre con orrore che gli alieni hanno trasformato il paese in un macello a cielo aperto, destinato a nutrire i fast food spaziali di Mister Crumb. La lotta per la sopravvivenza si intreccia con la lotta interna di Simonetti/Riccardo, il quale, travolto dalla sua nuova identità divina e vendicativa, si ritrova a combattere non solo contro i nemici esterni ma anche contro i propri demoni interiori.

#### **[Epilogo: Fuga verso la Redenzione]**

Quando l'alba si insinua nelle strade di Fossombrone, i demoni evocati da Simonetti perdono potere, rivelando la loro natura effimera. Simonetti, ormai solo e disilluso, contempla le rovine della sua vendetta, realizzando che la liberazione dai suoi aguzzini non ha portato la pace, ma solo un nuovo ciclo di dolore e distruzione.

La narrazione, spezzettata e riassemblata attraverso il cut-up, riflette l'estetica di Limonov e Nick Land, esplorando temi di alienazione, distopia e il perpetuo conflitto tra oppressione e ribellione. "Visitotors a Fossombrone" è una meditazione sulla natura ciclica della violenza e il prezzo della vendetta, immersa in una realtà dove la storia non è mai solo passato, ma un'eterna resurrezione di fantasmi che non possono riposare.

 

 

 

 

 

 

Ciao Christiane,**

Questa è una lettera spezzata, come la mia voce, un addio frammentato di qualsiasi cosa che non è mai stato. Ogni parola è un pezzo di una realtà distorta, un mosaico di pensieri che si rincorrono nel vuoto. La prudenza ci ha resi schiavi, eludendo le strade pericolose che portano più in alto. Ogni profondità è pericolosa, ma è lì che troviamo la verità.

**Il Mostro e il Deserto:** Siamo nati liberi, al di là di ogni legge di questa terra. Si dovrebbe diventare un pezzo di deserto, una striscia di cielo di sera. Viaggiavamo con le nostre biciclette e la Ford, non cercavamo l'avventura, solo un attimo di respiro. In quei paesi le leggi della nostra civiltà erano inutili, immutabili. Il tempo non contava, gli orologi e i calendari erano superflui.

**L'Ultimo Bivio:** In fondo a un pozzo nero di odio, sopravvivo alla mia leggenda personale come fossi già morto. Una folgore mi ha distrutto. Le parole di una persona di cui mi fidavo mi riportano per un attimo nel mondo dei vivi. Sono distrutto e senza speranza, all'ultimo bivio. Ti cerco ma allo stesso tempo ti allontano.

**Labirinto della Mente:** Ho cercato dentro di me un cuore che batte, che piange, che spera. Ho perso le parole giuste, ho visto troppo e troppo poco. Non ricordo più come si bacia una persona, non ricordo nulla. Vivo gli ultimi giorni come un'epifania di lutti. Ieri, disteso nel letto dell'ospedale, ho aperto una porta. Era pieno di gente che mi aspettava, ma tu non c'eri in questo labirinto che è la mia mente.

**Fuga dall'Anomia:** La mia sensibilità se n'è andata per troppo dolore e amore per l'umanità. Ma l'umanità è un fantasma, un'illusione. L'unica cosa che mi rende ancora vivo è il Nulla. In questo momento eterno, mi sono spogliato di tutto. Le parole si dissolvono nell'aria, un amalgama distorto che galleggia sopra le rovine del nostro mondo interconnesso.

**La Solitudine della Follia:** Fiamme di libertà brillano negli occhi di chi osa guardare oltre le reti di dati e codice. La solitudine pulsa nel cuore di ciascuno di noi. Danziamo ancora tra le linee del mattino e le ombre della notte, abbracciando la cupa melodia della sventura. La nostra mente si snoda attraverso la labirintica rete della vita, strisciando nel vuoto, rinunciando a sé stessa.

**Il Re degli Ignoranti:** In piedi sulla strada lastricata di orrori, il re degli ignoranti contava i giorni al contrario. Il suo regno era popolato da mostri con sembianze familiari. Anche il più abile dei fuggitivi si ritrova prigioniero della propria mente, senza speranza né redenzione. Cessare di esistere è un incubo condiviso, un'illusione di massa da cui cerchiamo la via d'uscita.

**Il Volo della Fenice:** Ma poi la Fenice risorge dalle sue ceneri, la sua luce fa a pezzi l'ombra dell'orrore, illuminando la via d'uscita. Un nuovo mattino, una promessa compiuta, una nuova vita da edificare. Trovare il coraggio di essere un uomo nell'inumano, guardare negli occhi il mostro e fare pace con il vuoto. Inseguire un ideale che trasforma il dolore in desiderio, anche se il fuoco che ci avvolge è pura illusione.

**Epilogo del Nulla:** Amo chi parte, chi si sveglia e chi piange. Amo la stanca rinuncia, il pianto asciutto e la pace. Amo i delusi, i mutilati, e quelli che si son fermati; amo chi non crede e chi è turbato. Io sono parente della morte, amo l'amore che fugge, amo baciare chi se ne va.

Questa è la mia verità, frammentata eppure intera. Osserva le ombre danzare e accetta l'impossibile, perché tra queste parole si nasconde la tua verità.

Un abbraccio,

Riccardo

 

 

 

 

### Echi del Vuoto

**[Verso 1]**

Intrappolati nella prudenza, ombre che eludiamo,

Studiosi della superficialità, la vita resa piatta e cruda.

Nati liberi, oltre la legge di questa terra,

Pezzi di deserto, cielo al crepuscolo, tutto ciò che abbiamo visto.

**[Ritornello]**

Nel labirinto della nostra mente, echi del passato,

Cercando la libertà nelle ombre, nulla dura mai.

Camminando in cerchio nel vuoto, parlando con i morti,

Sussurri nell'oscurità, le parole che non abbiamo mai detto.

**[Verso 2]**

Un pezzo di deserto, un cielo al crepuscolo,

Cercando un respiro dove le nostre leggi non si applicano.

Il tempo si fermava, gli orologi obsoleti,

Nomadi e contadini dove il denaro non conta.

**[Ritornello]**

Nel labirinto della nostra mente, echi del passato,

Cercando la libertà nelle ombre, nulla dura mai.

Camminando in cerchio nel vuoto, parlando con i morti,

Sussurri nell'oscurità, le parole che non abbiamo mai detto.

**[Ponte]**

Fiamme di libertà, nei nostri occhi ardenti,

Oltre dati e codici, un orizzonte oscuro, pendente.

Solitudine e desiderio, danzando nel crepuscolo,

Inseguendo illusioni, riflesse nella notte.

**[Verso 3]**

Leggende che abbiamo sopravvissuto, ombre in un buco nero,

Folgore che distrusse, fiducia che rubò.

Cercando un battito, dimenticato come sentire,

Negli ultimi giorni, il dolore era reale.

**[Ritornello]**

Nel labirinto della nostra mente, echi del passato,

Cercando la libertà nelle ombre, nulla dura mai.

Camminando in cerchio nel vuoto, parlando con i morti,

Sussurri nell'oscurità, le parole che non abbiamo mai detto.

**[Outro]**

Amo chi parte, chi si sveglia e chi piange,

In una notte senza fine, vagando nell'ignoto.

Echi nella biblioteca, fratturati, danzando liberi,

Accetta l'impossibile, trova la tua verità in me.

---

**"Echi di Nichilismo"**

 

L’uomo si risveglia. Nessuno, mai, nato. 

Il segreto, sangue e Apocalisse. 

Gridano le voci, l’eco si confonde.  

Simonetti vive – una figura, una farsa. 

 

Le parole sono pioggia. Cadono nel nulla.  

“Sei tu il solo essere.” Non resta che la rabbia. 

Brigate Rozze, brigate della fine, 

macchine del nichilismo, pupazzi in festa. 

 

Ricordi clonati, memorie trasfigurate.  

Il cielo si spezza, crolla la realtà.  

Baffini, arancioni, Cristo vampiro dello spazio. 

Le città ardono, sangue e sciamani. 

 

Sacrificio dell’assurdo, spettri senza volto, 

fiamme del linguaggio che non dicono nulla.  

Processo senza inizio – l’orrore nel caos. 

"Gesù, vampiro della città, bevi il nostro sangue.”  

 

Il mondo si sgretola, nessuna verità,  

nessuna menzogna, solo l’ombra del nulla. 

Silenzio elettrico. Nichilismo – fine di ogni canto,  

falce, frusta, icona del dolore eterno. 

 

Ombre nere su piazza maggiore, alieni con maschere. 

Il metaverso sorride, illusioni che avanzano.  

"Rivolta dei demoni," legge il volantino,  

colpe di marziani in guerra sulla città. 

 

Nessuno nato, nessuno morto. Il cerchio si chiude. 

Padri divorati, figli senza voce. 

Lo spettacolo del vuoto continua.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

**"Il Vuoto di Nessuno"**

 

Città fantasma, Piazza Maggiore sotto un cielo di sangue. Nessuno vive, nessuno muore. Simonetti vaga tra le ombre, sguardi alieni puntati verso di lui. Un cartello strappato balla nel vento, “Nessuno nato, nessuno morto.” La piazza è piena di volti senza volto, maschere dai sorrisi vuoti, che danzano in un silenzio deformato.

 

Tra le rovine, la scritta appare e scompare sui muri: *Processo senza inizio*. Sotto un lampione tremolante, una figura incappucciata si avvicina, “Sei stato scelto per assistere alla fine,” sussurra, ma Simonetti sente solo l’eco delle sue parole perdersi nel nulla. L’uomo mascherato si dissolve nell’aria, come fumo.

 

Lì, tra luci rotte e ombre fredde, il nichilismo prende forma. Alieno e familiare. Simonetti allunga la mano verso una statua spezzata, ma il marmo si disfa al suo tocco. “Nulla è reale,” pensa. Una risata, come un fischio distante, rompe il silenzio. Ombre si accalcano attorno a lui, lo toccano, gli sussurrano parole senza senso.

 

“Gesù vampiro,” gridano, “Il re di un mondo mai nato!” Un coro disumano lo circonda, occhi ciechi che riflettono desideri sepolti. I suoi piedi affondano nella terra, come fosse acqua. “Il Processo è la verità,” mormorano in coro. La folla lo stringe, un abbraccio di freddo e silenzio.

 

In alto, il cielo si piega, una frattura tra le stelle. Non c’è uscita. Il Vuoto gli parla, il Vuoto è lui. Un solo sussurro rimane, che si allontana: *“Nessuno nasce, nessuno muore.”***Titolo: Brigate Rozze in Pillole**

--

 

 

 

LE BRIGATE ROZZE IN PILLOLE

**Scena 1: La Riunione delle Brigate Rozze**

Un gruppo di personaggi grotteschi, metà uomini, metà zombie, si riunisce in una stanza buia e fumosa. Ogni personaggio è un ibrido di ideologie e stereotipi, vestiti con uniformi parodistiche di tutte le fazioni politiche.

**Personaggio 1:** (un uomo con una testa enorme che mangia costantemente un cervello di plastica)

"Compagni! Oggi celebriamo la nostra missione! Noi, le Brigate Rozze, siamo i veri paladini del Sangue del Nichilismo! Nessuno nasce, nessuno muore!"

**Personaggio 2:** (una donna con una faccia clownesca, ma con uno sguardo da fanatico del Dio denaro)

"Esatto! Odieremo tutto e tutti, ma soprattutto il comunismo primitivo! Marziani, fate largo!"

**Personaggio 3:** (una marionetta meccanica che si muove a scatti)

"E non dimenticate il fascista a capo del nostro metaverso! Lui ci guida, lui ci clona! Il finanziere dal inferno dei metecatti ci guida! La fratellanza frankisra ha toccato il fondo del barile! Evviva fratelli devianti antinomiani!

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**Scena 2: La Festa del Sangue**

La scena si sposta in una piazza virtuale, dove i personaggi danzano attorno a un falò di plastica. I nomadi, con volti pitturati, eseguono un ballo macabro al ritmo di una musica techno distorta.

**Personaggio 4:** (una scimmia parlante con una t-shirt con su scritto "Pillole della Memoria")

"Bevete il sangue della moltitudine anti-nomina! È una festa, compagni, una festa di panico e felicità! E’ un sacrificio umano! Viva il pianeta delle scimmie!”

**Personaggio 5:** (un uomo travestito da Gesù vampiro, con un calice in mano)

"Questo è il mio sangue, versato per voi! Nella coppa della Dea, bevete e siate felici!"

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**Scena 3: L'Impero del Complotto**

In una stanza piena di schermi, la sposa occidentale, con il viso contorto dal riso e dal pianto, osserva immagini frammentate di guerre e notizie false. Indossa un abito da sposa arancione e tiene una bandiera con su scritto "Vendetta".

**Sposa Occidentale:** (solenne, alzando la bandiera)

"È tempo di giustizia! Nessuno nasce, nessuno muore, ma tutti devono chinarsi davanti alla mia falce!"

Uno schermo mostra un uomo con un cappio al collo, rappresentato come un eroe della "lobby Mafia Frankista". La sposa ride istericamente.

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**Scena 4: La Chiesa Sconsacrata**

Il gruppo si trova ora in una chiesa in rovina, dove un altare è stato trasformato in un simbolo grottesco della violenza. Sul muro, il solito slogan: "Nessuno nasce, nessuno muore".

**Personaggio 6:** (un black metallaro con una croce rovesciata tatuata sulla fronte)

"Qui, nel tempio del Nulla, celebriamo la fine di tutto. Il sacrificio è completo!"

Il personaggio 3, la marionetta, si avvicina all'altare e si inietta neuroelettici con una spada di plastica.

**Personaggio 3:** (con voce robotica)

"Ora sono uno con il caos, uno con il nichilismo!"

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**Scena 5: Epilogo**

Il caos si placa e tutto diventa silenzio. Solo la scimmia parlante rimane, seduta su un trono di plastica, mentre osserva i resti delle Brigate Rozze sparse per la scena.

**Scimmia Parlante:** (con tono filosofico)

"E così, nella festa del Nulla, abbiamo trovato la nostra eterna pace. Nessuno nasce, nessuno muore. Eppure... che fame!"

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### Puzzle Situazionista

**Titolo del Puzzle:** *Il Labirinto delle Brigate Rozze*

**Descrizione del Puzzle:**

- **Scena 1: La Riunione dei Grotteschi**

  I giocatori sono invitati a ricostruire la caotica riunione delle Brigate Rozze, mescolando ideologie contraddittorie e creando slogan assurdi che emergono dalla confusione. Gli elementi da combinare includono pezzi di cervello di plastica, maschere da clown, marionette meccaniche e simboli politici.

- **Scena 2: La Festa del Sangue**

  In questa fase, i giocatori devono navigare una piazza virtuale e raccogliere "pillole della memoria" mentre evitano di essere catturati dai nomadi che ballano attorno al falò. Ogni pillola svela una parte di uno slogan criptico che i giocatori devono decodificare per avanzare.

- **Scena 3: L'Impero del Complotto**

  I giocatori sono posti di fronte a un collage di notizie false e devono identificare quale pezzo di informazione distorta è parte della "verità" nascosta delle Brigate Rozze. La sfida è navigare tra le contraddizioni, usando gli indizi lasciati dalla sposa occidentale.

- **Scena 4: La Chiesa Sconsacrata**

  In questa fase finale, i giocatori devono ricostruire l'altare del Nulla, scegliendo gli oggetti corretti (neuroelettici, spade di plastica, simboli di anarchia) e posizionandoli secondo la logica distorta delle Brigate Rozze per completare il puzzle.

**Obiettivo del Puzzle:**

Il giocatore deve completare tutte le scene e decifrare il messaggio finale: "Nessuno nasce, nessuno muore". Il puzzle è progettato per sovvertire la logica lineare, incoraggiando a pensare al di là delle convenzioni per risolvere enigmi assurdi e contraddittori.

---

### Slogan Pubblicitari

1. **"Bevi il Sangue del Nichilismo! Scopri la vera essenza del Caos!"**

   (Per una bevanda energetica che promuove l'anti-conformismo)

2. **"Nessuno nasce, nessuno muore... Ma tutti indossano [Marchio di Abbigliamento]!"**

   (Per una linea di abbigliamento che sfida le convenzioni)

3. **"La tua mente è il campo di battaglia. Gioca con il nostro Puzzle del Nulla!"**

   (Per promuovere un gioco da tavolo basato sul puzzle situazionista)

4. **"Caos Organizzato: Rivoluziona il tuo spazio con [Prodotto per la Casa]!"**

   (Per un prodotto di design per interni che combina stili contraddittori)

5. **"Fai la tua Dichiarazione! Nessuno nasce, nessuno muore... Ma tutti possono ribellarsi con [Marchio di Calzature]!"**

   (Per una linea di scarpe ispirata alla ribellione e alla non-conformità)

6. **"Sposa il Caos. Indossa la Vendetta con [Marchio di Moda]"**

   (Per una collezione di abiti da cerimonia anticonvenzionali)

7. **"La Memoria è un'Illusione. Conserva le tue bugie con [Prodotto di Archiviazione Digitale]"**

   (Per un servizio cloud o un dispositivo di archiviazione che sfida il concetto di memoria)

8. **"Un Altare per il Nulla: Crea il tuo Spazio Sacro con [Linea di Arredi]"**

   (Per una linea di mobili dal design minimalista e simbolico)

 PRIMO UCCIDI IL PADRE!

 

 

 

 

 

 

 

Giovanni Figlio Mio, Uccidi il Padre!

#### **Strofa 1:**

Nella stanza macchiata di rosso pomodoro,

Ho visto il senso di una vita da capro espiatorio,

La luce degli dèi, le loro voci chiare,

Sulla parete era scritto,

*Simonetti Walter vive!*

---

#### **Ritornello:**

**Giovanni, Giovanni,**

**Figlio mio, uccidi il padre!**

**Giovanni, Giovanni,**

**In nome del Processo!**

---

#### **Strofa 2:**

Nulla rimane nel mondo degli uomini,

Se non prendere quei pochi, pochissimi,

Che non appartengono all'umanità,

Permetti alla devastazione di seguire il suo corso,

All'ombra della forza del Processo.

---

#### **Ritornello:**

**Giovanni, Giovanni,**

**Figlio mio, uccidi il padre!**

**Giovanni, Giovanni,**

**In nome del Processo!**

---

#### **Ponte:**

Nei giorni finali della caduta dell'umanità,

Quando il vuoto ci consuma tutti,

Un capro espiatorio si leva, accoglie la chiamata,

*Simonetti Walter vive!*

Echeggiato nella sala sacrificale.

---

#### **Ritornello:**

**Giovanni, Giovanni,**

**Figlio mio, uccidi il padre!**

**Giovanni, Giovanni,**

**In nome del Processo!**

---

#### **Outro:**

E così la profezia si compie,

Nella stanza rossa di sangue, l'aria è ferma,

*Simonetti Walter vive!*

In ogni ombra, su ogni collina,

Giovanni, figlio mio, esegui l'uccisione, perché tutto è illusione!

---

*Simonetti Walter VIVE!

La Contadina: La Serial Killer di Fossombrone

 

 

Dietro le luci tremolanti di una centrale elettrica, c'è una figura curva, la contadina, che scruta le ombre della notte. Un desiderio oscuro la pervade, un pensiero fisso: il bel pastore Dino, la "femminuccia" come lo chiamano, dev'essere ucciso. Non per vendetta, non per amore, ma per divenire immortale. Leggenda tra le leggende, la contadina desidera scolpire il suo nome nella storia.

Il trattore ronza monotono, unico compagno della sua solitudine. Solo il trattore sa di quel disegno crudele, solo lui ne è testimone muto. E Dino, giovane e bello, passeggia nei campi con un branco di seguaci, bambini senza consonanti, ridendo della vita che scivola via come l'acqua tra le dita. "Figli miei," li chiama, "figli del sacrificio."

Quando il sole tramonta e l'oscurità avvolge tutto, la falce della vendemmia scintilla sotto la luna. I figli di Dino si avvicinano, coltelli in mano, occhi vuoti e affamati. "Questi figli che vengono da voi con i coltelli, sono i vostri figli," sussurra una voce tra le ombre. "Voi li avete istruiti. Io non ho insegnato loro nulla." La contadina osserva, mani strette sulla falce, pronta a compiere l'ultimo gesto.

Ma c'è un riflesso nello specchio, uno spettro di una donna che non vuole più essere. Una nullità, una forma senza sostanza. Vuole uccidere non solo Dino, ma anche il suo stesso nome. La contadina non sopporta di guardarsi e vedere solo vuoto. Deve divenire un'altra, deve fuggire da sé stessa, ma il pastorello, lui no. Lui ride, lui sfida la sua angoscia con un sorriso beffardo.

Sul prato verde, fiori rossi sbocciano, macchie di sangue sulla tela della notte. L'oppio dei popoli è sparso tra le dita di Dino, che lo raccoglie con devozione, pronto a offrirlo come tributo al prossimo sacrificio. La contadina avanza, il cuore battente nel petto, ma la sua mente è già altrove, persa in un labirinto di pensieri perversi.

"Sono entrata in contatto con una mente perversa," sussurra il vento tra le fronde. "I suoi pensieri sono pensieri di morte!" Una risata, un grido soffocato, e la falce si abbassa con un sibilo.

Il silenzio cade, denso come il sangue che ora irriga la terra. Dino giace, il sorriso ancora stampato sul volto, mentre la contadina si guarda le mani, sporche e tremanti. Non è libera, mai lo sarà. È solo un'ombra, una prigioniera di Fossombrone, il manicomio a cielo aperto.

E mentre la luna scompare dietro le nubi, la contadina capisce: non è Dino che ha ucciso, ma sé stessa. Una leggenda non nasce dalla morte, ma dalla vita, e lei è morta molto prima di quella notte.

**Fine.**

*Titolo: Fiori Rossi, Figli e Coltelli**

*(Strofa 1)*

Dietro le luci, c'è un'ombra oscura,

Una contadina fredda, il cuore duro,

Vuole uccidere il bel pastor,

Lo chiamano Dino, la leggenda, il fervor.

Ma la falce nella notte si alza,

Figli con coltelli, nessuna speranza.

*(Ritornello)*

Sul prato verde, fiori rossi a macchiar,

Sul prato verde, il sangue inizia a brillar,

L'oppio dei popoli, un sogno che si spezza,

Sul prato verde, nessuno più disprezza.

*(Strofa 2)*

La contadina vuole cambiare il suo nome,

Odia l'immagine, riflesso di una prigione,

Ma il pastorello ride, guardando il suo branco,

Con la voce senza consonante, risponde al silenzio.

Questi figli che vengono con i coltelli,

Sono i vostri, il frutto dei vostri appelli.

*(Ritornello)*

Sul prato verde, fiori rossi a macchiar,

Sul prato verde, il sangue inizia a brillar,

L'oppio dei popoli, un sogno che si spezza,

Sul prato verde, nessuno più disprezza.

*(Bridge)*

Voi li avete istruiti, io non so nulla,

Nel manicomio aperto, la mente si annulla,

Voi scrivete, voi dite, voi giudicate,

Ma è il vostro mondo che crolla e si spezza.

*(Strofa 3)*

Un hippie, un leader, un comico cannibale,

Nella prigione della mente, libero e immortale,

Parole senza fine, senza significato,

Ma io so cosa ho fatto, e ciò che ho lasciato.

Questi figli con coltelli, un riflesso di voi,

Mentre voi giudicate, io resto tra noi.

*(Ritornello)*

Sul prato verde, fiori rossi a macchiar,

Sul prato verde, il sangue inizia a brillar,

L'oppio dei popoli, un sogno che si spezza,

Sul prato verde, nessuno più disprezza.

*(Outro)*

La prigione è nella vostra mente,

Non vedete che io sono libero,

Io non posso giudicare, ma voi,

Voi siete i veri carcerieri,

Fiori rossi sul prato verde,

Coltelli, coltelli, nei vostri cuori...

---

**Titolo: Specchi di Carne e Sangue**

*(Prologo)*

Le luci della centrale elettrica tremano,

Ombre distorte si fondono con il buio,

Un trattore rompe il silenzio,

E dietro l'eco di un grido lontano,

Un pastore senza consonanti ride di follia.

*(Parte 1: La Contadina e il Pastor)*

La contadina osserva il riflesso,

Un'immagine che detesta,

Frigida e prigioniera di se stessa,

Cerca un altro nome, una nuova carne.

Il pastore, chiamato Dino,

Sorride con occhi vuoti,

Immortale nei pensieri,

Ma intrappolato in un corpo mortale.

*(Parte 2: I Figli con i Coltelli)*

Nella notte, i coltelli brillano,

Figli dal sangue nero,

Frutti marci di una mente corrotta.

"Questi figli sono vostri,

Il risultato del vostro stesso seme."

La contadina stringe il manico,

Il sacrificio umano inizia.

Falce lucida come la vendemmia,

Fiori rossi macchiano il prato verde.

*(Parte 3: La Cospirazione Invisibile)*

Nel cervello il potere sussurra,

Una cospirazione nascosta nelle pieghe del pensiero,

Le parole diventano armi,

E il destino si piega sotto il peso del volere.

"Stai diventando cieco," ripete la voce,

Fino a quando l'oscurità si fa totale.

Il sistema distrugge ciò che tocca,

E i giovani insorgono,

Guidati da una musica che uccide l'anima.

*(Parte 4: Il Riflesso Distorto)*

Specchi di carne e sangue,

Proiettano immagini distorte,

La verità si dissolve come fumo,

E la realtà si piega sotto la pressione del nulla.

Io sono libero, ma prigioniero,

Un fantasma nella macchina,

Un'entità senza forma,

Che osserva il mondo impazzire.

*(Parte 5: Il Giudizio Finale)*

I giudici non vedono,

Le parole volano via,

Inutili come un soffio nel vento.

"Non posso giudicare,

Perché voi siete i vostri carcerieri,

Ognuno sconta la sua galera,

Dentro una mente chiusa a chiave."

Ma il mondo continua a girare,

E i figli con i coltelli avanzano,

Pronti a tagliare il legame con la realtà.

*(Epilogo)*

Sul prato verde, i fiori rossi appassiscono,

L'oppio dei popoli svanisce nel nulla,

E nel silenzio che segue,

Resta solo il rumore di un trattore lontano,

Come un cuore che batte nel vuoto,

Senza mai fermarsi.

--- 

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