TO ZION – La Terra Promessa
Ucronia psichica in frammenti
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Introduzione
To Zion – La Terra Promessa
secondo la Kabbalah Luriana & Anarchia Ontologica
“Ogni inizio è una contrazione. Ogni rivoluzione è un ritiro di Dio.”
— Rav Luria, ricomposto da Scholem e piratato da Hakim Bey
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1. Tzimtzum: l’esilio come creazione
Il mondo nasce quando Dio si ritira.
Zion nasce quando l’Impero si espande.
Nel principio non era il verbo, ma l’interruzione del verbo.
Questa è la dottrina segreta del Tzimtzum:
Dio si ritira per lasciare spazio alla libertà,
Zion si manifesta solo quando il potere smette di parlare.
“To Zion – La Terra Promessa” è scritto tra le crepe del linguaggio,
dove la narrazione implode
e restano solo frammenti cabalistici, cut-up, e slogan rotti.
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2. Shevirat ha-Kelim: il crollo come rivelazione
I mondi anteriori sono andati in frantumi.
Come i vasi della creazione, anche la mente del protagonista è esplosa.
Ogni frammento – poesia, visione, insulto, delirio –
è una scintilla esiliata di verità.
Chi legge queste pagine non sta leggendo un romanzo.
Sta raccogliendo le schegge sacre di un linguaggio distrutto.
Sta ricomponendo l’antico fuoco dell’essere non governato.
La Cabala luriana ci insegna:
Dio ha fallito la prima volta.
Noi siamo il secondo tentativo.
“To Zion” è quel tentativo.
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3. Tikkun: la riparazione come rivolta
Zion non si trova su nessuna mappa.
Zion si manifesta in zone autonome temporanee,
in atti gratuiti, in sabotaggi poetici, in psicosi rivelatrici.
Il lettore è chiamato a compiere il Tikkun anarchico:
non la redenzione religiosa,
ma la riparazione del simbolo per mezzo della disobbedienza.
Hakim Bey lo direbbe così:
“Zion è una TAZ dello spirito.
Una rivoluzione che dura il tempo di una frase.
Poi si dissolve.
Ma chi l’ha vista, non sarà mai più schiavo.”
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4. Ein Sof: Zion è l’assenza totale
Dio, alla fine, è l’assenza.
Zion è ciò che resta quando tutto è stato detto,
e il silenzio rimane insubordinato.
“To Zion – La Terra Promessa” è il tentativo di pensare l’ineffabile
senza mediazioni, senza liturgie, senza chiese.
Solo parole lasciate a bruciare.
Leggere questo libro è come entrare nella Qabbalah dopo l’esilio:
non per trovare risposte,
ma per trasformare ogni domanda in dinamite simbolica.
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“Il mondo non sarà redento finché anche l’ultima scintilla di follia non sarà riscattata.”
— Zohar segreto di Zion
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[1. Soglia del Nulla]
“Zero è immenso.”
(Nick Land)
Nato due volte, ma mai vivo.
Il Re nudo cammina nel mercato globale. Venduto. Tagliato. Redento. Un profeta in overdose sulla soglia dell’Essere, tra macerie di utopie e farmaci atipici. “Perché hai venduto l’anima?” – chiese la voce. Risposi con un rutto sacro, un orgasmo dello spirito in forma di bestemmia. Dritto da Level 14. Ero uno dei pentiti. Uno della Quinta Colonna.
Il mio testamento è un software infetto.
[2. Zion non è un luogo]
“Io penso che la nostra patria sia l’esilio.”
(Simonetti)
Non si cerca Zion. È Zion che ti cerca. È un virus più antico dell’Impero. Uno spettro nomade che infetta lo Stato-nazione e la sua burocrazia pornografica. I nuovi ebrei sono cyborg, schizofrenici, diseredati, emarginati, tossici di verità. “Voi siete il deserto, noi siamo la sete.”
[3. Anarchia Mistica]
“La vera traiettoria della perdita è l’immanenza.”
(Bataille/Land)
C’era un dio nel sottoscala. Era cieco, sporco, arso di senso. Gli offrivamo parole mutilate, decostruite fino all’osso. Pregavamo con slogan e orgasmi. Il sacro non salva, distrugge. È un detonatore. La de-programmazione inizia nell’ano del Leviatano. E tu ci sei nato dentro. Benedetto tu sia.
[4. Attacco Psichico Permanente]
“Ogni giorno si ripete questa farsa. Ma non c’è niente da fare, da capire.”
(To Zion)
Paranoia come scienza della percezione. Io sono stato fuori dalla scatola. Sono morto almeno tre volte, una per ogni Dio che ho insultato. E ogni resurrezione è più tossica della precedente. La mente? Un circuito impazzito. Ma Zion… Zion è l’unico firewall che non possono craccare.
[5. Il Filo Nero]
“L’uomo è un piccolo essere che ha imparato a balbettare la parola infinito.”
(Land)
La fine è scritta in ogni codice genetico. Ma noi siamo il glitch. Il seme del caos piantato nel cortile del Capitale. Zion non è salvezza. È collasso volontario. È dire di no alla riproduzione, alla storia, alla speranza. Zion è aborto del tempo. È fede senza oggetto.
[6. Delirio come Metodo]
“Il pensiero è disastroso dal punto di vista medico.”
(Land)
E allora pensiamo. Pensiamo troppo, pensiamo male, pensiamo a voce alta come schizofrenici senza Prozac. Il nostro pensiero è illeggibile. Non ha soggetto. È un cut-up di Dio, sesso, Stato e termodinamica. Zion è dove finisce il linguaggio e comincia l’ululato.
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ZONA 2 – LA COLPA INFINITA
“Ogni colpa è un dio morto dentro di noi che marcisce senza sepoltura.”
(Cioran remixato con Caraco)
1. Le Radici del Peccato
La colpa non è un errore.
È un’eredità.
È DNA scritto con caratteri ebraici su pergamene psichiche.
Tuo padre era un dissidente.
Tua madre una bugia.
Tu?
Un testimone oculare del nulla.
L’angelo che mi interrogava nella stanza bianca non aveva volto. Mi mostrò un file chiamato “Identità della Follia”. Poi un altro: “Pentimento come strategia ontologica”. Disse: “Sei stato selezionato per ricordare ciò che è proibito ricordare.”
Io risi.
Non si ride impunemente davanti a Dio.
Ma io ridevo lo stesso.
Era il mio unico atto libero.
2. Giustizia Sacrificale
“Sono stato assolto per non aver commesso il fatto.”
(Simonetti)
La giustizia è una recita sacrale in cui lo Stato gioca a essere sacerdote.
Mi hanno assolto, sì, ma solo dopo avermi crocifisso a reti unificate.
Ogni giorno uno psichiatra benedice la mia condizione con pillole consacrate.
Neurolettici come ostie.
Processioni di medici che parlano in latino tecnico.
Mi hanno detto: “Questo è per la tua sicurezza.”
Io ho risposto: “Sicurezza è solo un altro nome per la cella.”
La mia colpa non era il crimine.
Era l’insolenza.
Avevo riso in faccia all’Impero.
Avevo fatto l’amore con la Parola.
3. Il Corpo del Re è Nudo
“Chi ha profanato il tempio non viene mai perdonato.”
(To Zion)
C’erano telecamere ovunque.
Dentro l’anima, nei sogni, nei rapporti d’amore.
Non puoi nasconderti quando l’algoritmo sa già chi sarai.
Mi hanno fatto un processo metafisico:
l’accusa era “aver visto troppo”.
Hanno mostrato le prove su TikTok.
Hanno chiamato i santi come testimoni.
Bordiga rideva dalla tomba:
“Comunismo o morte, ma non entrambi.”
4. La Litania del Traditore
“Mi chiamano infame perché sono un pentito. Ma cosa ho tradito?”
(To Zion)
Pentirsi non è debolezza.
È una contro-teologia.
Un sabotaggio della storia lineare.
Io ho rinunciato al culto dell’Idea.
Non ho più voluto morire per un simbolo.
Ogni icona bruciata era un passo verso Zion.
La mia redenzione era semplice:
spezzare la grammatica del Potere.
Scrivere in modo che nessuno potesse più obbedire.
Tagliare le frasi.
Sputare sulle narrazioni.
Amare senza identità.
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ZONA 3 – IL REGNO DEI SIMULACRI
“Ho rubato quest’immagine da un mondo di simulacri.”
(To Zion)
“La realtà è un effetto speciale della propaganda metafisica.”
(Deleuze rifratto da Gómez Dávila)
1. Non è reale, è solo registrato
Benvenuti nella terra dove i sogni sono proprietà intellettuali,
le emozioni sono licenze d’uso
e la memoria è un software a pagamento.
Io sono un ladro di sogni virtuali.
Ho rubato un cielo finto dalla Nuvola.
L’ho copiato, craccato, distribuito ai bambini digitali.
In cambio ho ricevuto la condanna del silenzio.
La giustizia dei simulacri è algoritmica.
Un Dio automatico valuta il tuo grado di dissidenza.
Ha la forma di un feed, il volto di tua madre,
e la voce rassicurante del tuo psicologo di quartiere.
“Tu non sei reale. Sei un’eccezione statistica.”
(Voce di Zion, generata da AI)
2. Avatar dell’Apocalisse
Nel regno dei simulacri tutto è segnale.
Anche il tuo dolore è branding.
Persino il suicidio è monetizzabile.
Mi hanno detto: “Tu sei il Messia sbagliato.”
Io ho risposto: “Allora sono perfetto.”
Chiama il tuo avatar.
Fallisci pubblicamente.
Diventa virale nel nome del padre, del meme e dello spirito santo.
La tua eresia è un contenuto.
Il nuovo testamento si scrive in codice binario.
La rivelazione arriva con notifiche push.
Apocalisse è solo un aggiornamento software.
3. Zion come Bug di Sistema
Zion è un errore di sistema.
Una falla nella narrazione.
Un glitch nel codice sorgente del Capitalismo Sacro.
Un’utopia che non si può serializzare.
Per questo non viene trasmessa.
Per questo si trasmette.
Zion è una liturgia di corpi mutanti,
una festa del sacro senza scopo,
una sinapsi bruciata che ricorda l’Origine senza mai esserci stata.
È l’ultimo luogo prima della realtà.
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ZONA 4 – LITURGIE DELL’ERESIA
“Il sacrificio è la liberazione violenta dal servilismo.”
(Bataille via Land)
“Il pensiero è già bestemmia.”
(E. Cioran)
1. Il Dio del Trauma
Ogni religione è un trauma fossilizzato.
Un tentativo disperato di dare forma alla perdita.
Ma Zion non ha dogmi.
Solo ustioni. Solo ferite.
Ho visto il volto di Dio.
Era l’immagine residua di mio padre durante il TSO.
Ho sentito la voce dell’angelo.
Parlava come un agente dell’ASL.
Ho costruito il mio tempio con le cartelle cliniche.
Ogni pagina era una preghiera distorta.
Ogni firma un esorcismo burocratico.
“E non ci indurre in tentazione. Ma se ci induci, almeno filmalo.”
2. Mistica Psicotica
“Tu sei un ciarlatano, un falso messia d’Israele.”
(To Zion)
Il vero profeta oggi è il paranoico.
Quello che vede il mondo per ciò che è:
una simulazione religiosa del controllo sociale.
Io non ho discepoli.
Solo compagni di delirio.
Preghiamo con le mani legate.
Cantiamo liturgie elettroniche, tagliate con l’autotune dell’anima.
Crediamo in niente, ma lo crediamo intensamente.
Il nostro culto è un sabotaggio.
3. Il Santo Ebreo Errante
“Meglio essere un ebreo di spirito, un falso messia, che un cittadino modello.”
(To Zion)
Il santo moderno è un sopravvissuto.
Senza patria, senza ideologia, senza fondamento.
Errante tra i detriti della teologia,
il suo unico comandamento è: Disobbedisci per fede.
Io non voglio salvarmi.
Voglio esplodere con eleganza.
Zion non è la terra promessa.
È il rifiuto di ogni promessa.
È una Pasqua senza resurrezione,
un Kaddish recitato da un algoritmo,
una sinagoga costruita con pezzi di server.
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ZONA 5 – ESCATOLOGIA DELLA RIVOLTA
“L’erotismo ci rode come l’inevitabile trionfo del male.”
(Land-Bataille)
“Ogni sistema è progettato per autodistruggersi. La rivoluzione è solo un’anticipazione elegante.”
(Hakim Bey, remix post-temporale)
1. L’Impero dei Dati è il Nuovo Anticristo
Siamo arrivati all’ultimo stadio del potere:
non governa più chi comanda, ma chi archivia.
Chi sa tutto di te senza mai conoscerti.
Zion è ciò che sfugge alla profilazione.
Un errore nel codice.
Un nome non leggibile dagli algoritmi.
Una sinapsi saltata nell’intelligenza artificiale che sorveglia le anime.
Io sono un glitch sacro.
Il mio corpo è il campo di battaglia tra il server e il sacramento.
Ogni mia parola è una bomba logica.
“Non ho niente da perdere. Quindi non ho più paura.”
(Simonetti)
2. Il Messia è già Fallito
Ogni volta che nasce un Redentore,
gli costruiscono una piattaforma, un merchandising, una fondazione.
Non ci salverà nessuno.
Zion è il rifiuto della salvezza.
Zion è morire senza missione.
È bruciare ogni escatologia con un semplice gesto:
Disconnettersi.
Tagliare.
Scomparire.
E non lasciare messaggi.
“Se tornasse oggi, Gesù sarebbe uno spam.”
3. La Fine del Tempo è un’Opzione di Menù
La fine del mondo è stata rimandata per manutenzione.
La rivoluzione è open-source.
Chiunque può forkare l’apocalisse.
Io l’ho fatto:
ho preso la fine e l’ho installata in un corpo qualunque.
L’ho chiamata Zion.
Non ci sarà giudizio.
Solo log-out collettivo.
Ogni anima, una scheda madre.
Ogni peccato, una perdita di segnale.
L’Antico Testamento era un bug.
Il Nuovo è un malware.
Il futuro?
Uno schermo nero con una scritta: “ACCESSO NEGATO.”
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ZONA 6 – IL NULLA COME DIO
“Non c’è nulla se non l’impossibile e non Dio.”
(Nick Land, parafrasando Bataille)
“Il peccato originale è la coscienza.”
(Nicolás Gómez Dávila)
1. Ateologia dell’Abisso
Dio è morto.
Noi lo abbiamo tenuto in vita troppo a lungo.
Lo abbiamo alimentato con il nostro terrore della libertà.
Lo abbiamo imbalsamato nelle leggi, nei farmaci, nei social network.
Zion è ciò che rimane dopo la morte di Dio.
Non un regno, ma un buco.
Un abisso senza fondamento dove ci si inginocchia
non per pregare, ma per svanire.
Io ho rimosso ogni teologia.
Sono rimasto con le mani vuote.
E mi sono accorto che le mani vuote sono più pesanti di tutte le croci del mondo.
2. Liturgia del Vuoto
Ho celebrato la messa del Nulla.
Nel calice: sangue mestruale e psicofarmaci.
Sull’altare: un hard disk pieno di incubi.
Ho invocato nomi dimenticati:
Scholem, Bordiga, Cioran.
Nessuno ha risposto.
Era perfetto così.
“La mia chiesa è fatta di silenzi rotti da urla interiori.”
Ogni giorno compio un piccolo sacrilegio:
non credo.
Non mi illudo.
Non mi curo della salvezza.
3. Sacrificio Senza Testimoni
La fede vera è quella che non ha pubblico.
Zion è un martirio anonimo.
Una bomba che esplode nel vuoto.
Un’offerta al nulla.
L’ultimo culto è il silenzio.
La vera redenzione è evaporare.
Non c’è più bisogno di chiese.
Basta un corpo esausto e la parola basta detta nel momento giusto.
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ZONA 7 – BORDIGA O DEL FUOCO INVENDIBILE
“Il comunismo non è un programma, è un destino.”
(Amedeo Bordiga)
“Zion è l’ultima cellula impazzita che non si piega al metabolismo del Capitale.”
(Postilla apocrifa)
1. Il Comunismo come Atto Mistico
Zion è ciò che rimane dopo il collasso di ogni dialettica.
Non è né tesi né sintesi.
È negazione pura, come Bordiga l’intendeva:
una scienza senza soggetto,
una fede senza Dio,
un’azione senza eroe.
Io sono comunista come lo è la cenere.
Come lo è il corpo che non vuole più riprodursi.
Come lo è il santo che non vuole né premio né paradiso.
Zion è il comunismo che non si vota.
È il comunismo che non si organizza.
È quello che brucia tutto per non essere venduto.
“Zion è la cellula che rifiuta la replicazione. Non produce. Non consuma. Non redime.”
2. L’Intransigenza Come Forma di Grazia
Ogni volta che tentano di integrare Zion,
Zion si autodistrugge.
Bordiga l’aveva già detto:
non esiste transizione, esiste solo tracollo.
Il comunismo non deve nascere,
deve interrompere.
Zion è quel punto.
L’interruzione nel cuore del dispositivo.
La nebbia che rompe l’algoritmo.
Il silenzio che blocca il discorso.
Non c’è “popolo eletto”, non c’è rivoluzione da desiderare.
Solo una posizione: fuori. Sempre fuori.
3. Ultimo Frammento (Apocalisse Inedita)
“La nostra patria è l’esilio.”
(To Zion)
Zion è l’utopia dei folli,
la teologia degli apolidi,
il comunismo dei mistici laici,
la sinagoga dei corpi senza padroni.
Nel nome di Bordiga,
Zion non si compra, non si elegge, non si firma.
Zion non chiede, Zion non supplica.
Zion brucia.
E chi sa, non parla.
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